Pubblicato da: vditella | aprile 16, 2006

Articolo del Gazzettino del 18 marzo 2006

SALVAGUARDIA Lettera aperta di Vincenzo Di Tella al Consorzio che sta studiando il suo progetto

Polemica sulle Paratoie a Gravità

L’ingegnere vuole avere i risultati delle verifiche per tutelare il suo brevetto

Quando l’ingegner Vincenzo Di Tella ha letto sul Gazzettino che il Consorzio Venezia Nuova ha incaricato il professor Attilio Adami dell’Università di Padova di verificare il suo progetto di Paratoie a Gravità, detto anche "anti MoSE", ha fatto un salto sulla sedia. Dopo di che, ha preso carta e penna e ha stilato una lettera aperta allo stesso Consorzio e al Magistrato alle Acque per avere lumi.
«Con la presente – ha scritto l’ingegnere – chiedo pubblicamente ai signori presidenti del Consorzio Venezia Nuova e del Magistrato alle Acque se la notizia corrisponde al vero e, in caso affermativo, di essere messo a conoscenza di che cosa è stato provato e con quali modalità sono state effettuate le prove, il tipo di analisi effettuate e i risultati ottenuti, e infine di conoscere l’utilizzo di questi risultati».
La notizia dell’incarico ad Adami da parte del Consorzio è stata confermata dallo stesso docente di Ingegneria del territorio all’ateneo patavino, anche se senza dettagli di contenuto, né dal Consorzio si è saputo di più.
Di Tella, ad ogni buon conto, ha rivelato che in passato il direttore del Consorzio, Giovanni Mazzacurati, gli aveva proposto un contratto di consulenza sul progetto del MoSE, rifiutato per l’inopportunità di essere coinvolto in un progetto di cui il professionista non condivideva le scelte di sistema di base.
Centro Sperimentale di Voltabarozzo Di rimando, Di Tella aveva invece proposto di fornire la sua consulenza, a titolo gratuito, per sperimentare nei laboratori di Voltabarozzo il suo progetto di massima per un confronto tecnico di merito col MoSE, ma, ha raccontato sempre l’ingegnere, gli era stato risposto che ciò non era possibile perché compito del Consorzio sarebbe stato solo quello di eseguire il MoSE, senza potersi occupare di altro.
La stessa cosa, ha aggiunto Di Tella, era stata detta a lui e agli ingegneri Gaetano Sebastiani e Paolo Vielmo, che con lui hanno sviluppato il progetto di Paratoie a Gravità, in occasione della presentazione del progetto di massima al Magistrato alle Acque nel marzo 2005.
«Chiedo al Consorzio e al Magistrato alle Acque – ha dunque scritto Di Tella -: che cosa è cambiato se è stata fatta questa sperimentazione? Che cosa ha impedito il mio coinvolgimento in questa analisi?»
La chiusa della lettera aperta è molto dura, e sembra preludere a possibili azioni legali dell’ingegnere nei confronti del Consorzio e del Magistrato alle Acque.
«Credo di avere diritto a una risposta su questi quesiti – ha infatti scritto Di Tella – e ritengo sia mio diritto conoscere che cosa è stato fatto sul mio progetto e di disporre dei risultati di questa analisi se c’è stata, al fine di tutelare la titolarità del brevetto e la professionalità mia e dei colleghi che hanno collaborato per l’esecuzione del progetto di massima».

S.T.


Risposte

  1. Un altro Mose è possibile? Sono certa che si, che esistano molti altri dotti progetti oltre a quelli che finora hanno cercato di farci digerire.
    Ho letto stamane sulla Nuova del blog su questo tema di grande interesse cittadino, lo vedo un impegno morale, il cui valore va oltre il progetto.
    Il Mose è un argomento serio e dotto (lo dovrebbe essere) e spero che trovi nel blog la strada per essere maggiormente conosciuto e perdere tutti quei veli “scientifici” che l’hanno reso non-criticabile. Una quantità di soldi pubblici… sui quali non si può dire nulla, sui quali la funzione istituzionale di tutela del bene comune, pubblico… non ha voce.
    Pare che il Vajont, anch’essa opera pubblica non-criticabile, non abbia insegnato nulla.
    Buon lavoro e grazie dell’amore per Venezia e del Vostro impegno, Leda Cossu, cittadina

  2. Ringraziamo la sig.ra Leda Cossu per il messaggio e per le parole di apprezzamento sul nostro lavoro.

  3. Il Bacan, è “la spiaggia dei veneziani”, vi sono cresciute generazioni di ragazzi, scomparirà sommerso dai lavori del Mose.
    Lo so che questo è un blog “serio”, ma spero che accogliate anche questi versi, scritti da un ragazzo che cerca “il profumo di se” nelle barene di Venezia, che scappa in una pausa del lavoro per incontrare il Bacan… e se stesso. Eccolo quì

    Sono uscito in barca da solo e sono andato al bar dai Tedeschi a Sant’Erasmo davanti al Bacan a mangarmi un panino, era una giornata bellissima, si vedevano la bocca di porto del Lido e i lavori del Mose. Ho scritto questo:

    La mia storia
    è su questa spiaggia
    Mescolata con altri milioni di orme
    seccate dal sole
    e cancellate dalla risacca
    Non conosco il mio disegno
    ma il vento ne cattura il profumo
    e lo porta con sè
    dove il mare si tuffa nel cielo
    Quell’orizzonte è la mia storia
    e il mio futuro
    Il presente è la mia orma sulla sabbia

  4. Questo blog è nato per far conoscere la Paratoia a Gravità, un progetto per preservare Venezia senza stravolgerne la Laguna (idea che, si vuole dimostrare, non è per niente impossibile).
    Ma quale stimolo si avrebbe a proteggere un luogo che nessuno ama? Per questo, Leda, il tuo contributo nel far capire quanto i Veneziani tengano al loro passato, presente e futuro è molto gradito. E personalmente mi hai fatto venire una gran voglia di ammirare anch’io il panorama dal Bacan!

  5. Il “ragazzo” autore della poesia ama il Bacàn, le barene, la laguna e sono certa che ora sorride nel leggere di aver contagiato Andrea nelle sue fughe in barchino durante la pausa di mezzodì

  6. ADFC Production unlimited!
    Bel blog, lo farò conoscere, l’argomento interessa sicuramente molti, e se ne parla sicuramente troppo poco. Bye!


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